CONOSCIAMO E CREDIAMO

GLI ERRORI DEL CODICE DA VINCI

 

    

Informazioni Artistiche sulla vergine delle rocce

Il Codice da Vinci dice....

 

La verità è

La Vergine delle rocce , misura 2 metri di altezza Sophie difficilmente avrebbe potuto alzarla

« Afferrò l'angolo della cornice e l'allontanò dalla parete. Il quadro era grande e la cornice si incurvò. Poi la donna infilò la testa e le spalle dietro la tela (...). La donna aveva staccato il quadro e l'aveva appoggiato davanti a sé. Alto un metro e mezzo (...) Il quadro aveva uno strano rigonfiamento nel centro, proprio in corrispondenza del ginocchio della donna; le fragili figure della Vergine Maria, del Bambin Gesù e di Giovanni il Battista erano già distorte. (...) La donna era intenzionata a sfondare la tela! (...) «No, la supplico. È La Vergine delle Rocce» (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 159-160)  

In diversi siti web si legge che tra gli errori del Codice da Vinci ci sarebbe anche il fatto che la Vergine delle rocce non è una tela ma un dipinto su tavola di legno ma questo particolare non è veritiero. Il dipinto in origine era in effetti su tavola di legno, così come la versione della National Gallery, ma per motivi legati alla conservazione all'inizio del XIX secolo venne trasportato su tela da Francois Toussaint Hacquin, lo stesso restauratore che trasportò su tela anche la Madonna di Foligno di Raffaello. Rimane l'errore che riguarda le misure dell'opera, alta un metro e mezzo secondo Dan Brown, mentre in realtà misura circa 2 metri di altezza per 1,22 di larghezza. Si tratta di misure ragguardevoli, che unite all'enorme e pesante cornice che misura quasi 2x2,40 m avrebbero reso ben difficile alla minuta Sophie Niveau l'usare il dipinto quasi come uno scudo nella scena sopra descritta. Nel romanzo si dice poi che Sophie Afferrò l'angolo della cornice e la allontanò dalla parete. Il quadro era grande e la cornice si incurvò. Difficilissimo che una cornice di quella mole abbia potuto curvarsi.

La confraternità dell'immacolata Concezione era un ordine maschile laicale e i problemi furono di denaro

« Il quadro della Vergine delle Rocce era stato originariamente commissionato a Leonardo da una organizzazione chiamata Confraternita dell'Immacolata Concezione. (...) quando consegnò il lavoro le monache rimasero inorridite. Aveva riempito il quadro di particolari poco ortodossi se non allarmanti» (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 165-166)   Quella Confraternita non era un ordine religioso femminile ma una associazione laica maschile. La controversia legale tra Leonardo e la Confraternita non riguardò il soggetto ma un conguaglio di 100 ducati che Leonardo aveva richiesto a compimento dell'opera. Esistono moltissimi documenti storici, ben conosciuti dagli studiosi, che provano come Leonardo abbia richiesto la restituzione dell'opera a causa del rifiuto della Confraternita di pagare una cifra superiore a quella pattuita inizialmente. La causa si protrasse fino al 1506 quando si concluse con l'ottenimento da parte di Leonardo di 50 ducati in più (la metà di quanto aveva richiesto). Nel frattempo l'artista aveva venduto la prima versione e per questo ne realizzò una seconda, quella che oggi si trova alla National Gallery di Londra.

Interpretazione del quadro della Vergine delle Rocce, tutta da rivedere.

« Il quadro mostrava una Vergine Maria vestita d'azzurro che sedeva con il braccio attorno a un bambino presumibilmente Gesù. Davanti a lei c'era Uriel, anch'egli con un bambino piccolo, presumibilmente il Battista. Stranamente però, invece della scena abituale in cui Gesù dava la benedizione al Battista, era il Giovanni bambino a benedire Gesù, e Gesù si sottometteva alla sua autorità!  » (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 166)  

 

Iniziamo subito con un errore sostanziale Brown sbaglia nell'identificare i personaggi, Maria ha il braccio attorno a Giovanni Battista, questo si vede per il fatto che il bambino è coperto da pelli, che indicano la futura vita eremitica di Giovanni, quindi è Gesù che benedice Giovanni e non il contrario. Inoltre nella seconda versione dell'opera c'è una croce in mano a Giovanni Battista simbolo di San Giovanni Battista nell'iconografia tradizionale.

«Inoltre, cosa ancora più preoccupante, Maria levava una mano al di sopra della testa del Battista con un gesto decisamente minaccioso: le dita sembrano gli artigli di un aquila, come se stringesse una testa invisibile. E infine l'immagine più chiara e allarmante: sotto le dita ripiegate di Maria, Uriel faceva un gesto come per tagliare la gola della testa invisibile tenuta dalla mono artiglio di Maria. Leonardo aveva infine tranquillizzato la confraternita dipingendo loro una seconda, annacquata versione della Vergine delle rocce in cui tutti i personaggi erano disposti in modo più ortodosso » (Dan Brown, Il Codice da Vinci, 2003, p. 166)  

 

Continuiamo con le interpretazioni tutte fantasiose, le mani di Maria come artigli di un'aquila sulla testa di quello che Brown crede sia Giovanni Battista, si inventa una testa invisibile, tagliata dal dito di Uriel come a tagliargli la gola.

Il gesto della Vergine verso il Bambin Gesù non è assolutamente minaccioso ma di protezione. L'angelo Uriel appare accanto a Gesù come segno della gloria divina, e la mano dell'angelo non sta tagliando niente, ma indica il punto in cui si trova Giovanni bambino.

Nella seconda versione l'argomento è sostanzialmente lo stesso, se i confratelli si fossero inquietati di fronte alla composizione blasfema che Brown vede nascosta nel quadro, sarebbe stato logico che Leonardo nel ridipingere il tema, avesse scambiato le posizioni di San Giovanni e Gesù.
 

       
         
 

GLI ERRORI DEL CODICE DA VINCI